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di Marco Roveretto

Alle soglie della pubblicazione del catalogo della mostra collettiva del nostro fotogruppo si imponeva una riflessione che andava al di là del semplice riassunto o raccolta di idee che facessero da contorno al progetto. I singoli autori hanno avuto la possibilità di confrontarsi con il cuore del linguaggio fotografico e contemporaneamente con il suo limite, identificabile con il processo creativo stesso, che permette di passare dallo sguardo sulle forme del reale alla visione foto-grafica ed oltre, fino alla creazione di nuove visioni quando l’immaginazione avesse preso il sopravvento. Ecco l’essenza della forma, ancorata alla realtà ed alla sua rappresentazione ed ecco la straordinaria apertura della scrittura, del segno, della scrittura: in una parola del grafismo. Vi invito alla lettura del dotto commento di Fulvio Agrimonti che ci precisa il senso e la semantica della traccia del tema ed all’acuta e penetrante critica delle immagini di Bruna Bertolo; ringrazio entrambi per il loro contributo.
Quest’anno ricorre il quarantennale del Fotogruppo l’Incontro ed è doveroso ricordare tutti i soci che hanno contribuito a testimoniare la forza di un’idea di cultura che la fotografia porta con sé; la sua stessa ragion d’essere porta al confronto con l’altro e quindi contribuisce a creare la l’idea di comunità e partecipazione che è alla base della convivenza. Quarant’anni segnano l’entrata nella maturità dell’esperienza e della responsabilità; credo che i soci ed i direttivi futuri sapranno continuare la sfida nel segno della creatività che la nostra attività porta con sé, dopo aver attraversato, solo a parlare degli ultimi dieci anni, i grandi temi della fotografia quali il ritratto, il paesaggio e la natura morta per passare alla street photography ed all’esplorazione dell’architettura urbana. Giocare con la luce, ed il controluce, e con l’insolito delle immagini fino a pensarle fuori luogo per non dire della dualità naturale/artificiale o l’esplorazione della matrice RGB; ecco gli ultimi quattro temi a cui vanno aggiunti il lavoro corale di “Light Impressions”, vera esplorazione di antiche tecniche “off camera” e di nuove contaminazioni legate all’uso del foro stenopeico con il sensore digitale; la grande retrospettiva sulla Grande Guerra, in chiave di recupero della parola scritta, nelle lettere dal fronte, con le immagini alle volte crude della tragedia nell’anno del centenario insieme alle mostre sui cento cinquant’anni dall’Unità d’Italia, portata anche a Rubiana e la partecipazione alla prima edizione del Cambiano Photo Festival nel 2014 ed infine la continuità data a “Fotografia al femminile”, per esplorare un contenitore che voglia gettare nuovi ponti fra le diverse sensibilità legate al mondo di genere. Invito tutti a venirci a trovare per raccontare e raccontarci queste ed altre nuove storie con il mondo delle immagini.
Un grande ringraziamento all’Amministrazione della Città di Collegno, dal Sindaco, Francesco Casciano, all’assessore alla Qualità della Vita Matteo Cavallone a tutto lo staff dell’Ufficio Cultura per la gradita concessione degli spazi espositivi e per i preziosi momenti di confronto legati alla realizzazione dei vari progetti. Un sentito ringraziamento a tutti i sostenitori che con i loro contributi hanno reso possibile la realizzazione del catalogo e della manifestazione stessa. Un affettuoso debito di riconoscenza a tutti i componenti del direttivo ed a tutti gli autori; negli anni passati nel direttivo stesso, prima come membro e poi come presidente, riconosco una grande crescita personale ed una raggiunta consapevolezza che spero si possa ancora condividere in nuove esperienze legate al mondo della creatività e dell’immagine.

 

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