Silvana Accossato - Sindaco di Collegno
Carla Gatti - Assessore alla Qualità della Vita
Dopo la bella esposizione sulle immagini del "Manicomio" di Collegno, Soggettiva 2008 si conclude quest'anno con la mostra dei soci del Fotoclub l'Incontro. Il Fotoclub, nato grazie alla passione di alcuni iscritti ad un'altra importante istituzione cittadina, l'omonimo Cineclub, ha subito riunito molti amanti della fotografia e nel 1992 questa passione è anche diventata un progetto espositivo che dall'anno successivo ha visto il coinvolgimento del Coume di Collegno che da allora partecipa attivamente alla realizzazione della manifestazione.
La mostra allestita nella Sala espositiva del Museo della Città è ulteriore testimonianza della capacità e dell'elevata qualità degli iscritti a questa associazione culturale. Molte fotografie per raccontarci tanti mondi, cercando di fermare ciò che non si può fermare, coinvolgendoci e sorprendendoci ogni qualvolta la luce disegna sulla pellicola il colore e le sfumature delle cose, di un volto, di un luogo che credevamo dimenticato o che non abbiamo mai visto.
Crediamo che si posssa trovare una legittima soddisfazione nel poter ospitare a Collegno questo evento artistico, dove sensibilità e arte si fondono per farsi testimoni del tempo.
Ringraziamo il Fotoclub l'Incontro per l'impegno e la capacità nel proporre iniziative prestigiose che testimoniano l'impegno con cui svolgono le loro attività e di questo li ringraziamno, certe che il loro contributo a rendere più viva, culturalmente, la nostra città continuerà ancora per tanto tempo.

 

Bruna Bertolo - Critico
Nelle splendide immagini inserite in Catalogo affiorano tutti i significati che il temine "paesaggio" permette di elaborare. Il paesaggio inteso sostanzialmente non come una semplice realtà materiale, ma una vera e propria costruzione mentale che rende esplicito il rapporto dell'uomo con il suo territorio: quell'involucro spazio-temporale che provoca emozioni e che spinge spesso al tentativo di fissare nella memoria la peculiarità di un momento, di una sensazione, di uno sguardo che è fisico, emozionale e mentale. Paesaggi della natura, paesaggi dell'anima, paesaggi inventati, paesaggi rubati, paesaggi romanticamente modificati. Gli autori delle fotografie hanno spaziato dawero a 360° nel tema, vasto e particolarmente creativo, del paesaggio, raccontando, ognuno a modo suo, una particolare visione del paesaggio che non sempre coincide necessariamente con uno spazio reale. Luomo, secondo Holderlin, può abitare il territorio come un poeta, e abitare poeticamente un territorio significa mettere in movimento la ragione, la memoria e l'immaginazione. E, per un fotografo, significa unire a queste capacità anche la straordinaria abilità dello "scrivere con la luce" servendosi di un mezzo tecnico. Ben sottolinea Claude Raffestin, celebre geografo parigino, come il paesaggio sia "una narrazione imperfetta del territorio reale e un territorio immaginario perfetto". E questo, se vale per il pittore dei paesaggi, vale sicuramente anche per lo sguardo del fotografo, capace di selezionare particolari nel grande mondo che si offre allo sguardo, capace di cancellare elementi del territorio, capace di esaltare certi giochi di colore, capace di farci immaginare e di andare al là della semplice rappresentazione, capace di giocare sul vedutismo che ammalia o che denuncia, secondo la presa di posizione del fotografo stesso. In questa collettiva, gli autori dimostrano padronanza tecnica, capacità di giocare e costruire davvero con la luce, rivelano personalità e scelta accurata dello sguardo sul paesaggio: ne esce un grande affresco e un modo d'intendere il paesaggio che va sicuramente al di là dei tradizionali codici naturalistici della semplice rappresentazione per addentrarsi in quella dell'interpretazione. Cioè, in una parola, creazione. L'ottica pittorica sembra essere superata da una visione prospettica più libera: nascono così vere e proprie pagine di poesia attraverso l'eccellente bianco e nero e un uso del colore forte e personale. Quegli alberi ammantati di magia, in una suggestiva immagine al di fuori del tempo e dello spazio che ci fa pensare ad un mondo quasi etereo. Quel gioco di forme e di accostamenti geometrici che costruiscono un'idea molto circoscritta di paesaggio. Quei richiami frequenti alle stagioni della natura che si veste e si traveste di colori, da quelli caldi del bei tempo a quelli affievoliti dai freddi invernali. E poi quei papaveri che evocano la stagione del risveglio e dell'allegria. E le trasformazioni oniriche dei paesaggi solo percepiti e quasi sognati. E quelli surreali che suggeriscono rappresentazioni che sconfinano nel concettuale, nell'astratto. E la luce... "che è forse ha scritto il poeta fotografo Wynn Bullock la più profonda verità dell'universo" in molte fotografie diventa l'assoluta protagonista. Ci piacciono molto queste fotografie che raccontano i colori della nostra terra e delle nostre immagini mentali del paesaggio: forse si potrebbe quasi azzardare che l'immagine del paesaggio offerta dai fotografi di "Soggettiva" assomiglia a quella del territorio perfetto rimasto desiderio. Un desiderio ben conscio della metamorfosi continua della nostra terra e del nostro tempo, metafora del continuo divenire della nostra Società, che modifica il Paesaggio e anche la sua Idea. Su tutto vince - e le foto in catalogo parlano da sole '- l'immaginazione dell'artista che interviene dunque nella interpretazione del paesaggio, concepito non come un cerchio chiuso, ma in un dispiegarsi infinito. Il bosco, la città, il prato, le case, il paese: ognuno viene guardato con occhi nuovi, perché come diceva Marcel Proust, "il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere occhi nuovi".

 

Renzo Miglio - Presidente del Fotogruppo L'Incontro
Il Paesaggio, semplicemente "paesaggio"... la tematica amata prima dai pittori e dopo dai fotografi, che vista nel linguaggio visivo moderno vuole essere una descrizione di un ambiente con tutti i suoi componenti,tutti i suoi aspetti, i momenti di risalto delle sue forme plasmate dalle luci e dalle ombre, le emozioni di un tramonto tra i monti o il sorgere del sole sul mare.
La fotografia di paesaggio è uno dei temi più diffusi ed anche uno dei più difficili da realizzarsi. Esistono vari modi di interpretare un paesaggio nella fotografia, perché non è soltanto il "ritratto" della terra, o degli scenari della natura, ma è anche l'ambiente in cui vivono esseri umani, animali, piante, ossia il mondo che ci circonda. Il fotografo trova nel paesaggio un "soggetto" ricco di spunti: scene grandiose, i molteplici colori della natura, forme che consentono infinite possibilità interpretative nel continuo mutare delle stagioni, dell'ora e delle condizioni atmosferiche.
Quindi tutto dovrebbe riuscir facile a chi fotografa, succede invece il contrario: nonostante i vari spunti interpretativi che il nostro "soggetto" ci offre a volte i risultati offrono amare delusioni e a volte fotografie banali. Dobbiamo ricordarci che il paesaggio è stato ed è ancora il soggetto pittorico per eccellenza, che inducendo al formalismo, più facilmente tradisce per la sua dovizia di facili ed immediati elementi di suggestione.
La realizzazione di una fotografia di paesaggio può essere concepita in diversi modi : come un taccuino visivo di una foto-ricordo da inserire nell'album delle vacanze o come pura ricerca artistica, grafica o formale . Oggi questa è intesa , più validamente, come approfondimento analisi e sintesi., facendo dell'apparecchio fotografico un mezzo moderno di comunicazione, che deve trasmettere all'osservatore un preciso messaggio non solo pittorico.
Il Paesaggio, semplicemente " paesaggio" ... lascio così "semplicemente" al lettore di valutare questo lavoro collettivo effettuato dai soci del Fotogruppo rincontro nell'ambito di Collegno Fotografia "Soggettiva 2008".

 

Gianni Gallian - Fotografo professionista - Direttivo del fotogruppo L'Incontro
Come l'esposizione fotografica dello scorso anno , "II Ritratto e Figura ambientata", anche in questa edizione c'è stata una grande esperienza di gruppo nel realizzare le immagini che proponiamo in questa Soggettiva 2008. Abbiamo,ognuno con le proprie esperienze, affrontato il tema del paesaggio che è, dopo le persone uno dei soggetti preferiti dal fotografo , anche uno dei più impegnativi. La fotografia di paesaggio è uno dei grandi temi del fotografo, "La prova suprema",come sosteneva Ansel Adams, il quale però aggiungeva che spesso poteva essere la sua massima delusione. Niente può sembrare più facile, per chi non ha mai provato, fotografare un paesaggio. Si direbbe che basti puntare l'apparecchio e scattare, non è cosi',e quasi tutti dopo aver ripreso a caso o con poca attenzione il primo panorama, si sono trovati di fronte a questo momento della verità. Infatti, la fotografia di paesaggio, non è un soggetto in cui si può procedere per istinto: è un'arte che richiede tempo e pazienza, si deve tenere conto di una quantità di variabili. Ogni ora del giorno, ogni mutamento di condizioni atmosferiche, i minimi cambiamenti del punto di ripresa possono influire radicalmente sul risultato finale. Questo genere di fotografia si basa su due momenti fondamentali :il primo è un processo di visione, in cui il fotografo percepisce in quale modo vuole comunicare ciò che ha di fronte, e come catturare questa sensazione. Il secondo è il momento dell'attuazione, in cui egli decide il modo migliore per comunicare, con i mezzi che sono propri della fotografia, quello che ha percepito e concentrarsi nel riprodurre un paesaggio in modo memorabile ed evocativo. Per creare un'immagine che mostri e racconti il suo soggetto ,il fotografo guarda, pensa, sceglie l'attrezzatura giusta ed infine scatta. Oggi, si è messi veramente a dura prova nel trovare quando e dove un modo originale di accostare una scena consueta ripetutamente fotografata. Le cose erano più facili per i fotografi itineranti del diciannovesimo secolo. A quei tempi ogni immagine era una rivelazione.
Poche persone avevano mai ammirato quelle imponenti montagne, quegli abissi vertiginosi o quelle cascate da mozzare il fiato. Ma quando si sono viste più volte le fotografie del Grand Canyon, la scena comincia a perdere gran parte del suo fascino. Quindi studiare il paesaggio, significa disporre di un occhio sensibile e sapere trasferire quella visione in una sfida creativa, vedere con occhio nuovo anche i posti più noti, un nuovo modo di vedere uno spettacolo famigliare, essere abituati alla risultanza di un processo mentale. Tutto ciò tenendo presente di conoscere le regole della fotografia che sono fondamentali. In alcuni casi a volte si può lavorare fuori dalle regole, tenendo presente di conoscerle, non d'istinto ma da ispirato e lasciare che l'atmosfera del luogo guidi l'apparecchio fotografico, con il quale bisogna passarci molto tempo assieme e creare una combinazione della scena originale a quella soggettiva dell'artista. Detto questo, noi fotografi del Fotogruppo rincontro abbiamo cercato di perseguire un risultato artistico cercando di imparare a capire perché una buona fotografia è buona ed essere in grado di scattare fotografie migliori in futuro.Al prossimo anno, al prossimo tema.